Art 1 cp – SPIEGATO!

COPERTINA ART 1 CP SPIEGATO

Art 1 cp – SPIEGATO!

art 1 cp:

Nessuno può essere punito per un fatto che non sia espressamente preveduto come reato dalla legge, né con pene che non siano da essa stabilite .

 

Principio di Legalità

L’art 1 cp sancisce il principio di legalità (nullum crimen nulla poean sine lege) in base al quale va esclusa la rilevanza penale di un precetto (o di una fattispecie) se il collegamento con i medesimi con la sanzione non è stabilito dalla legge.

Quindi, in altre parole, tale principio è violato in uno dei seguenti due casi:

1)è applicata una pena non prevista dalla legge

2)è applicata una pena diversa da quella prevista dalla legge.

N.B. : il principio di legalità NON obbliga il legislatore a prevedere una pena fissa per ciascun reato, obbligandolo, invece, a stabilire un minimo ed un massimo edittale di pena. Spetterà poi al giudice determinare (in concreto!) quanta pena irrogare.

Rapporto tra l’art 1 cp e la Costituzione

L’art 1 cp è in stretto rapporto con la Costituzione. In particolare con l’art 25 c.2 cost. Tale articolo, infatti, afferma che nessuno può essee punito se non in forza di una legge entrata in vigore prima del fatto commesso. In tal modo questa norma oltre a proclamare il principio dell’irretroattività della norma penale stabilisce, altresì, il fondamento legale del potere punitivo del giudice (che potrà, infatti, irrogare la pena SOLO qualora la legge in questione sia entrata in vigore prima del fatto commesso).

Dal principio di stretta legalità discende che la delimitazione delle fattispecie inciminatrici rientra nei compiti esclusivi del Parlamento. A questo organo, infatti, è la stessa costituzione che attribuisce il potere di creazione delle leggi.

La riserva di legge concerne sia la possibilità di configurare nuove ipotesi di reato, sia la possibilità di operare eventuali depenalizzazioni.

Il principio di legalità di cui al presente art 1 cp è soddisfatto quando la legge determini con sufficiente specificità il fatto a cui è riferita la sanzione penale.

N.B. : la Corte Costituzionale con la seguente sentenza (Corte cost. 14-6-90- n 282) ha ribadito quanto segue: non contrasta con il principio della riserva di legge la funzione integrativa di un provvedimento amministrativo rispetto agli elementi normativi del fatto sottratti alla possibilità di una anticipata indicazione particolareggiata da parte della legge quanto il contenuto dell’illecito sia da essa definito. Nell’ipotesi in cui, invece, una norma penale operi un rinvio totale ad un regolamento o ad un atto amministrativo per la determinazione degli elementi essenziali del fatto tipico, la stessa norma sarà incostituzionale.

E con riguardo alle norme in bianco? Illustre dottrina (Mantovani) ha precisato che le norme penale c.d. In bianco (norme nelle quali il precetto è formulato genericamente) sono legittime SOLO SE il precetto amministrativo che le integra sia a sua volta sufficientemente regolato dalla legge nei suoi scopi, presupposti e contenuto, siì da porsi come svolgimento di una disciplina già tracciata dalla legge

Principio di Tassatività

il principio di Tassatività è, assieme a quello di legalità, espresso molto chiaramente dall’art 1 cp. In particolare, affinché una norma penale risponda all’esigenza di chiarezza legislativa (espressa, appunto, dal principio appena citato) è necessario che la stessa sia formulata con quel grado di determinatezza necessaria a consentire al giudice di individuare il fatto disciplinato dalla norma.

Il principio di tassatività (o anche detto “di sufficiente determinatezza”) ha quindi una importantissima funzione: guidare il comportamento del cittadino che, in tal modo, è posto in grado di comprendere con esattezza la differenza tra lecito ed illecito. Inoltre – sempre tale principio espresso dalla norma in commento – garantisce altresì il diritto di difesa dell’imputato che, in difetto, risulterebbe fortemente menomato dalla mancanza di una puntuale descrizione del fatto contestato (Fiandaca-Musco).

Domanda: le norme penale in bianco contrastano con il principio di tassatività?

La risposta è no.

Vediamo perché.

Questo tipo di norme non contrasta con il principio di tassatività in quanto anche in esse il precetto deve ritenersi sufficientemente completo e determinato ad opera della legge (la quale rinvia all’atto amministrativo SOLO per l’interpretazione e l’articolazione del precetto).

E per quanto riguarda il divieto di analogia?

Il principio di stretta legalità impone al giudice di attenersi al preciso contenuto e formulazione della norma incriminatrice. Di conseguenza gli è preclusa la possibilità di compiere interpretazioni analogiche.

E nel caso in cui la norma non sia sufficientemente chiara?

In tale ipotesi il giudice è obbligato ad attenersi all’interpretazione giurisprudenziale maggioritaria sul punto, in modo da evitare il proliferare di differenti interpretazioni che espongano il cittadino a responsabilità di contenuto maggiore.

Alla stessa soluzione si giunge nella seguente ipotesi: fattispecie priva di sanzione. In questo caso è da escludere l’interpretazione analogica in quanto, così facendo, il giudice si trasformerebbe in legislatore (e ciò gli è precluso dalla stessa Costituzione).

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