RUMORI IN CONDOMINIO : COME DIFENDERSI?

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RUMORI IN CONDOMINIO : COME DIFENDERSI?

i rumori in condominio, lo si sa, sono piuttosto fastidiosi. Lo sono ancor di più, soprattutto, nelle situazioni in cui ciascuno di noi desidera maggiormente stare in uno stato di quiete.

In questo articolo vedremo come difendersi in queste occasioni!

Partiamo, innanzitutto, dall’analisi delle cause generative di tali rumori.

Queste sono essenzialmente due:

1)la maleducazione del nostro vicino

2)la costituzione delle pareti (in altri termini, queste NON sono correttamente isolate)

Riguardo al punto uno, l’esempio più banale (e pratico) è il seguente: siamo in grado di sentire tutto (o quasi tutto) ciò che dice il nostro vicino quando parla.

Ora, in tale ipotesi, i casi sono due:

a)il nostro vicino non parla eccessivamente forte → allora la causa andrà effettuata al costruttore (N.B. SOLO SE non sono passati 10 anni dall’ultimazione dell’immobile)

b)il nostro vicino parla con un tono di voce piuttosto alto (da qui il riferimento alla maleducazione). In tale ipotesi, come è facile intuire, la responsabilità è certamente del nostro vicino.

Riguardo al punto due, una domanda sorge spontanea: esiste una normativa sull’isolamento acustico?

Si, esiste!

Tale normativa stabilisce una serie di parametri, che indicano il limite sotto il quale la parete può tranquillamente essere definita NON a regola.

(50 decibel per le pareti che separano i diversi appartamenti tra loro, 64 decibel per i pavimenti che separano, in senso verticale, gli appartamenti, 40 decibel per l’isolamento della facciata dell’edificio rispetto ai rumori esterni della strada e 35 per gli impianti idrosanitari e gli scarichi degli appartamenti vicini, ascensori).

Tornando per un attimo al punto 1 (maleducazione del nostro vicino), quante volte vi sarà capitato di poter chiaramente ricollegare i rumori ad oggetti strisciati sul pavimento, impianti non correttamente funzionanti (es il condizionatore), lo stereo, la tv e, infine, come potrebbero mancare dall’elenco i “tanto amati” schiamazzi (magari notturni, o comunque in orari al quanto particolari).

Ecco, in tutti questi casi, è chiaro come i decibel (a cui abbiamo fatto riferimento su) non entrano più in gioco. Il problema, infatti, riguarda un concetto ben differente: la normale tollerabilità di un suono (in tal caso, di un rumore).

Ma allora, in casi come questi, come difendersi dai rumori in condominio?

Talvolta potrebbe rivelarsi sufficiente rivolgersi ad un avvocato, chiedendogli di mandare una diffida al condomino rumoroso.

Talaltra (nella maggior parte dei casi) cercare di risolvere il problema dei rumori in condominio senza ricorrere ad una azione giudiziaria, risulta impossibile. A questo punto, fuori dall’ipotesi in cui si configurino addirittura gli estremi del reato di disturbo della quiete delle persone (ci arriviamo fra un attimo) l’unica soluzione resta la causa civile. È possibile agire in due modi:

1)atto di citazione → chiedendo il risarcimento del danno al vicino rumoroso.

2)ricorso in via d’urgenza (ex art 700 cpc): tale ipotesi, nonostante NON consenta di ottenere il risarcimento del danno (a differenza della prima ipotesi) garantisce, tuttavia, tempi più rapidi. Senza contare poi che anche seguendo questa via risulterà possibile – una volta ottenuta l’ordinanza con l’ordine di cessazione dei rumori – instaurare un giudizio ordinario al fine di ottenere il risarcimento del danno.
Dal punto di vista penale, invece, il reato di disturbo della quiete delle persone scatta SOLO SE il disturbo sia stato arrecato NON esclusivamente ad un singolo individuo ma, invece, ad un numero indeterminabile di persone (in tale ipotesi, al fine di dare inizio alle indagini, è necessario sporgere denuncia ai Carabinieri o presso la procura della repubblica)

Esempio: il nostro vicino ha pensato bene di ascoltare la musica a tutto volume, grazie ad uno stereo molto potente che costui ha deciso di posizionare proprio sul balcone che affaccia sul cortile. In tale ipotesi è evidente come la musica infastidisca (e non di poco) tutti i condomini degli immobili che affacciano su tale cortile!.

Bene, detto questo, sorge un ulteriore interrogativo: come provare il superamento della normale tollerabilità?

La risposta è la seguente: sarà necessario ricorrere ad eventuali testimoni

Chi possono essere questi testimoni?

la Cassazione, sul punto, ha chiarito che questi possono essere gli altri condomini. Spetterà, quindi, al giudice valutare l’attendibilità e la congruità delle dichiarazioni rese.

Ma quand’è che un rumore è considerato come intollerabile?

La giurisprudenza concorda nel ritenere che lo diventa quando supera di 3 decibel il rumore di fondo dell’ambiente.

Perché questo riferimento al rumore di fondo dell’ambiente?

Semplice, perché la percezione umana dei suoni è legata alla differenza di un suono da quelli di sottofondo

(es: uno stesso suono può essere perfettamente udibile quando ci si trovi in un luogo in cui regna un assoluto silenzio e, allo stesso tempo, nemmeno percepibile quando, invece, ci si trovi in un luogo affollato – come una città).

In conclusione rimane da chiedersi: per i rumori in condominio esistono degli orari? In altre parole, esiste una legge che stabilisca a partire da quale orario della giornata non si può più fare rumore dentro la casa in condominio?

La risposta, purtroppo, è negativa.

Non esiste, infatti, una legge che individui tale tipo di orari.

Tuttavia questi possono essere previsti dal regolamento di condominio. Questo infatti può prevedere precisi intervalli di orari, nei quali è vietato il compimento di determinate attività considerate rumorose (es lavori di ristrutturazione, suoni nascenti dall’utilizzo di strumenti musicali, ecc).

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