A GIURISPRUDENZA SI STUDIA A MEMORIA? VERO!…MA IN CHE SENSO?

A GIURISPRUDENZA SI STUDIA A MEMORIA? VERO!…MA IN CHE SENSO?

studiare giurisprudenza è difficile…alzi la mano chi, oltre ad aver sentito esclamare a gran voce questa cosa, ha anche sentito la seguente affermazione “a giurisprudenza si studia a memoria!” oppure (in un’altra variante) “se non hai memoria non riuscirai mai a studiare giurisprudenza”. Se chiedete a queste persone, quindi, sembra quindi che alla domanda “come andare bene a giurisprudenza?” la risposta sia: studia a memoria!

…ma siamo davvero sicuri che sia la strada giusta?

Procediamo con calma.

Per studiare giurisprudenza che metodo di studio usare?

Con questo articolo vorrei fare un po’ di chiarezza. Infatti, per studiare giurisprudenza possono essere utili dei consigli e questo articolo ha lo scopo di cercare di fornire un’interpretazione alternativa che aiuti a comprendere l’errore logico (perché di errore si tratta) che spinge alcune persone a ritenere che siccome studiare giurisprudenza è difficile allora non ci sono alternative: o si studia a memoria, oppure non si può studiare il diritto.

Ma come? Il titolo dell’artiticolo dice “A GIURISPRUDENZA SI STUDIA A MEMORIA? VERO!” e adesso mi dici che non bisogna studiare a memoria?

…calma, se hai notato, il titolo dell’articolo dice anche un’altra cosa: “…MA IN CHE SENSO?”.

Partiamo da una provocazione: e se ti dicessi che la memoria non serve a nulla? O meglio, se ti dicessi che la memoria “da sola” non serve a nulla? …o ancora meglio: se ti dicessi che, probabilmente, è il concetto stesso di memoria che va inteso diversamente?

Facciamo un esempio:

l’art 1321 del codice civile (nozione di contratto) dice che “art 1321 cc : il contratto è l’accordo di due o più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale”

di fronte a questa norma, statisticamente, uno studente si comporta in uno dei seguenti due modi:

a)la ripete a pappagallo finché non la impara → RISULTATO: l’ha imparata a memoria

b)chiude il codice, prende il libro, si fa un’idea di che cos’è il contratto → RISULTATO: alla fine ricorderà “ok, se mi chiedono che cos’è un contratto io rispondo che il contratto è un accordo così capiscono che ho capito cos’è”

lo studente che avrà adottato l’approccio “a” saprà ripetere perfettamente la nozione di contratto, ma non avrà capito nulla: in altre parole, NON saprà cos’è un contratto

lo studente che avrà adottato l’approccio “b” avrà capito che il contratto è un accordo ma, anche lui, non avrà capito nulla di che cos’è un contratto. Volete la prova? Chiedetegli se il matrimonio è un contratto. Molto probabilmente lui penserà “beh il matrimonio è un accordo, io so che il contratto è un accordo, e allora il matrimonio è un contratto”…SBAGLIATO! (tra poco vedremo perché)

Cosa voglio dire con questo esempio? La seguente cosa: studiare completamente a memoria (approccio “a”) oppure studiare solo ragionando e quindi utilizzando la logica (approccio “b”) sono entrambi approcci completamente sbagliati. Ciascuno di essi, infatti, considerato singolarmente non serve a nulla.

Qual è allora la soluzione?

…e se provassimo a unire questi due approcci? Se provassimo, ad esempio, a dire che per studiare giurisprudenza ciò che serve è una MEMORIA RAGIONATA?

Torniamo all’esempio del contratto.

Mettiamo che arrivi un terzo studente che decida di adottare l’approccio della memoria ragionata (che per comodità qualificheremo come approccio “c” – per distinguerlo dagli altri due visti prima).

Cosa potrebbe fare questo studente?

Potrebbe, ad esempio, fare in questo modo:

1)leggere la norma del codice

2)leggere il libro

3)avere la seguente intuizione: per capire cos’è un contratto, devo ricordare la norma ma per ricordarla devo averla capita e per averla capita mi serve la spiegazione del libro!

quindi, all’atto pratico, cosa farà questo studente?

Farà così:

art 1321 cc : il contratto è l’accordo di due o più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale

parole da comprendere:

il contratto è un accordo: significa che tizio e caio si mettono d’accordo per ottenere un risultato comune.

di due o più parti: ciò significa che un contratto può essere stipulato da due soggetti (es Tizio e Caio) ma anche da più soggetti e quindi le parti del contratto possono essere anche molte di più!

Per costituire, regolare o estinguere: il contratto può avere lo scopo di costituire (=dare vita/ far nascere) regolare (=apportare delle modifiche ad un rapporto già esistente tra le parti) estinguere (=far cessare)

un rapporto giuridico patrimoniale: come dev’essere questo rapporto giuridico? PATRIMONIALE! Cosa significa questo? Significa, ad esempio, che se mi chiedono fammi un esempio di contratto io potrò dire la compravendita (perché, banalmente, è un accordo munito di carattere patrimoniale: il compratore paga un prezzo al venditore affinché costui gli venda l’automobile che gli piace tanto) non potrò, invece, dire il matrimonio (perché è certamente vero che il matrimonio è un accordo e che il contratto è un accordo ma non tutti gli accordi sono contratti. È un po’ come dire che il cardiologo è un medico ma non tutti i medici sono cardiologi! E perché, allora, il matrimonio non è un contratto? Semplice: perché il matrimonio crea un vincolo personale tra due persone…non c’è patrimonialità nel legame affettivo che lega due soggetti che si vogliono sposare).

Cosa possiamo concludere, quindi, all’esito di questo ragionamento? Possiamo dire così:

a giurisprudenza bisogna studiare a memoria? FALSO

a giurisprudenza bisogna solo ragionare? FALSO

a giurisprudenza bisogna studiare con una sorta di MEMORIA RAGIONATA (o voi chiamatela come preferite 😉 )? VERO! Infatti le parole utilizzate dal diritto sono fondamentali ed hanno un loro significato che, però, va capito! Quindi sforzatevi pure a ricordare, ad esempio, le parole esatte di un articolo, ma abbiate cura di sapere sempre cosa significano! Sarà più facile ricordarlo e, soprattutto, avrete veramente capito quello che state dicendo! 😉

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